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Ti sei mai chiesto come cambierà il rapporto con i tuoi quando varcherai la soglia dell’Università? Ti senti già stressato per i risultati che porterai a casa?
Tutto ciò è normale, però bisogna fare attenzione a come si gestisce sul lungo periodo l’influenza che i tuoi genitori hanno su di te.
Scopriamo insieme, come godersi questo periodo senza lasciare che ansie inutili possano rovinare il legame che c’è tra te e i tuoi genitori.
Lo Studio e l’Università hanno bisogno di tempo: impara a gestirlo
Individuare la rilevanza dello studio nelle diverse fasi dell’istruzione può sembrare semplice, ma diventa particolarmente impegnativo quando si giunge all’Università.
Qui, la necessità di dedicare tempo all’organizzazione dei momenti di lavoro diventa primaria. In questa transizione sono necessarie maggiore autonomia e responsabilità nello studiare.
La preoccupazione principale dei genitori spesso si concentra sul timore che il figlio possa non essere in grado di gestire adeguatamente le libertà offerte dall’ambiente accademico, soprattutto in termini di gestione del tempo.
Dimostrare loro una solida capacità organizzativa non solo allevia tali preoccupazioni, ma rafforza anche la loro fiducia: saranno consapevoli che il/la figlio/a è pronto ad affrontare le sfide dell’Università in modo responsabile e con determinazione.
Mostrare la capacità di pianificare il tuo tempo, gestire lo studio e mantenerlo in equilibrio con le altre attività della vita privata è fondamentale per consolidare il rapporto con i tuoi e non lasciare che si rovini a causa di problemi con il tuo percorso.
Genitori e controllo: consigli per tenerli “lontani” dalle tue preoccupazioni
Per mantenere un sano equilibrio tra l’autonomia universitaria e il coinvolgimento familiare, è fondamentale stabilire confini chiari fin dall’inizio.
Comunicare apertamente con i tuoi riguardo alle aspettative reciproche può essere il primo passo. Si tratta di “mettere le mani avanti”, ma ne vale assolutamente la pena se si pensa alla possibilità di trascorrere anni d’inferno a causa di ansie spesso inutili.
Definire momenti dedicati alla condivisione delle esperienze che fai in Ateneo senza che ciò diventi un momento di angoscia costante, può contribuire a mantenere una relazione armoniosa con i genitori, che, vendendo la tranquillità delle conversazioni, potrebbero addolcirsi un po’ ed allentare la loro presa nei tuoi confronti.
Riassumendo: parla e sii chiaro fin dal primissimo momento sulle tue aspettative e obiettivi.
Vero è che spesso sono proprio i genitori a pagare le tasse accademiche e a permettere di studiare ai figli, quindi potresti trovarti nella situazione di non poter “deluderli” proprio perché sono loro a finanziare il tuo corso.
Esattamente qui è la questione: tempistiche, impegno e grado di difficoltà sono tutte variabili da tenere in considerazione quando si parla di strade accademiche.
Di rilevante importanza è far capire in famiglia quali sono le difficoltà che si incontrano nella strada intrapresa dopo l’iscrizione in un Ateneo, affinché il rapporto possa essere la base da cui partire per affrontarle e non un ulteriore scoglio da superare.
In casi estremi, un metodo concreto per mantenere i tuoi entro i confini di privacy e rispetto per le attività che svolgi, potrebbe essere quello di non concedere loro l’accesso alle password del libretto online, strumento molto diffuso negli ultimi anni; così facendo vi sarà una maggiore autonomia nella gestione degli esami, attenzione però a rimanere sempre trasparenti!
Pressione e competizione: armi a doppio taglio
La pressione esercitata dai genitori può essere estremamente logorante per uno studente.
Sebbene l’intenzione possa essere quella di motivare e ispirare al successo, un eccesso di sguardi e aspettative genera in un numero molto alto di casi soltanto dello stress, risultando come una violenza psicologica (tema che puoi approfondire al seguente link,con focus sulle relazioni di coppia).
Inoltre, l’ambiguità della competizione può rendere la situazione ancora più complessa.
Da un lato, la competizione con i colleghi di corso è una leva su cui fanno ulteriore pressione le famiglie invadenti, che spingono gli studenti a confrontarsi costantemente con gli altri per raggiungere risultati eccellenti, ottenendo spesso l’esito opposto.
Il consiglio più attuabile in questi casi è quello di mantenere la più totale discrezione riguardo a ciò che avviene in aula, non si tratta di mentire, ma semplicemente di fare in modo che l’attenzione sia limitata ai risultati che si portano a casa e non si estenda alle altre persone.
Dall’altro lato però, la competizione può e deve essere una fonte di motivazione per lo studente: se stai pensando a come migliorare, prova a trarre insegnamenti da chi studia con te, impara dai loro metodi di studio, fai notare ai tuoi l’impegno che ci metti e vedrai che la situazione migliorerà.
Come dicevamo poco fa, spesso basta far trasparire la tua voglia di organizzarti e di impegnarti.
Competenze vs voti: cosa conta davvero?
È importante riconoscere che c’è una differenza sostanziale tra l’acquisizione di competenze e l’ottenimento di voti eccellenti.
Mentre una buona media può essere un indicatore di conoscenza teorica e capacità di memorizzazione, le competenze rappresentano il vero tesoro che gli studenti si portano a casa dalla loro esperienza.
Queste ultime includono la capacità di pensiero critico, risoluzione dei problemi, comunicazione efficace e lavoro di squadra, che sono essenziali per affrontare sfide reali sia nell’ambiente accademico che nella vita professionale.
Se ti trovi a dover dare sempre spiegazioni ai tuoi genitori per i voti che prendi dovresti far capire loro che, sebbene le nozioni teoriche possano garantire buoni risultati, è l’applicazione pratica di queste conoscenze e la capacità di adattarsi a situazioni nuove che veramente certificano gli studenti di successo, soprattutto nell’ottica di arrivare pronti sul mondo del lavoro.
Sicuramente non è semplice convincere i propri genitori semplicemente spiegandogli quanto riportato sopra, anzi, è molto difficile. Anche in questo caso però, può essere efficace darsi da fare per dimostrare ai tuoi genitori quanto il “saper fare” dal punto di vista pratico sia spesso più importante delle sole conoscenze.
Di seguito trovi diverse idee di associazioni o gruppi di studenti che nei vari Atenei italiani svolgono proprio il ruolo di arricchire il bagaglio delle competenze di chi ne fa parte.
- Junior Enterprises (quasi ogni Ateneo ha la sua, nel link si rimanda alla confederazione italiana JEItaly)
- Starting Finance Club
- AIESEC
- ecc…
Partecipare attivamente a diverse iniziative come queste durante il corso di Laurea offre un’opportunità unica per apprendere lezioni preziose al di là dei confini accademici.
Coinvolgersi in attività extracurriculari di questo tipo può essere la chiave per far capire ai propri genitori che i voti all’Università sono solo una piccola parte del percorso educativo complessivo.
Dimostrare un impegno significativo in queste attività fa vedere che l’apprendimento non si limita alle aule di lezione, ma si estende anche oltre, attraverso esperienze pratiche e interazioni significative con il mondo esterno.
Questo approccio può aiutare a riequilibrare l’importanza data ai voti accademici, evidenziando quella del crescere e sviluppare non solo come studenti, ma anche come individui.
In conclusione, come abbiamo avuto modo di vedere nel corso di questo breve articolo, la cosa più importante è sempre e solo una: mostrarsi proattivi.
Che si tratti di pianificare le attività, di avere un dialogo aperto con i tuoi o di partecipare a varie iniziative diverse dalle lezioni, è fondamentale che si riesaca a percepire il tuo impegno.
Inizialmente potrebbe sembrare difficile, ma a lungo andare gli sforzi saranno ripagati non solo da quello che raggiungerai, ma anche dal fatto che riuscirai ad equilibrare studio e rapporto con i genitori.
In ogni caso, al di là di ogni ragionamento, considera che il fallimento è normale e a volte anche giusto. Se deludi i tuoi genitori, se ne faranno una ragione perchè ognuno ha il diritto di sbagliare.
A tal proposito, se ti va, guarda questo video in cui Paolo Crepet sottolinea l’importanza della serenità mentale degli studenti.
Ho 22 anni e studio di economia. Mi appassiono di attualità e ho la passione per sport e scrittura. Mi piace mettermi in gioco e imparare cose nuove, per questo sono coinvolto in diversi progetti con la mia associazione universitaria.
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