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La dipendenza relazionale può svilupparsi e nascere in modi diversi: ti è mai capitato di iniziare una frequentazione con una persona che, dopo aver dato una serie di segnali positivi e aver mostrato interesse, ha iniziato a chiudersi e, di punto in bianco, quasi a scappare da te?
Potresti aver avuto a che fare con una persona emotivamente non disponibile.
Chi sono le persone emotivamente non disponibili
In questo articolo voglio proprio spiegarti chi sono le persone emotivamente non disponibili, quali comportamenti mettono in atto che causano dipendenza e soprattutto come uscire da questo tipo di situazioni, le quali spesso si prolungano per molto tempo e risultano essere frustranti.
Innanzitutto, essere emotivamente disponibili significa essere aperti alle altre persone, liberi di esprimere le proprie emozioni, positive o negative che siano, perché non si ha paura di essere vulnerabili, di mostrarsi per quello che si è e di lasciar intravedere lati più profondi di sé.
Di conseguenza, le persone emotivamente non disponibili sono restie ad iniziare conversazioni più intime, che implicano la rivelazione di aspetti molto personali e profondi della propria persona, ed in generale hanno difficoltà ad accogliere l’intimità con l’altro, sia fisica che emotiva.
Com’è normale che sia, frequentando la persona giusta, la fiducia nei suoi confronti dovrebbe aumentare, dovrebbe esserci più voglia e desiderio di passare del tempo insieme per scoprire anche i lati più nascosti dell’altro.
Ed è proprio qui che la persona emotivamente non disponibile si blocca, mette limiti e confini ben definiti di cui parlerò anche più avanti.
In secondo luogo, una caratteristica di questo tipo di persone è il cosiddetto rinforzo intermittente: la persona in questione si mostra un giorno molto affettuosa, disponibile ed entusiasta, mentre il giorno dopo è fredda, distaccata o addirittura assente. E’ proprio questo meccanismo che causa effetti di dipendenza verso l’altro.
È necessario dire che spesso questo accade inconsciamente perché probabilmente la persona ha ferite interne di cui non si è ancora occupata; tuttavia, non è detto che i comportamenti detti “mixed signals” non siano fatti apposta.
L’affetto dimostrato da una persona emotivamente non disponibile è totalmente incostante, come detto in precedenza spesso queste persone sono contente di mostrare calore verso l’altro, affetto che però durerà molto poco data l’incoerenza nei comportamenti.
Segnali che emergono in queste frequentazioni: evitamento e mancanza di comunicazione
Solitamente, le frequentazioni di questo tipo sembrano partire in modo positivo, anzi spesso sono proprio le persone emotivamente non disponibili a dimostrarsi spavalde e sicure per prime, cosa che potrebbe anche generare molto fascino intorno a loro.
All’inizio i segnali di interesse ci sono, la persona mostra di non essere indifferente all’altra, tuttavia le frequentazioni evolvono e, se le due persone si trovano, dovrebbero diventare un qualcosa di più serio.
Potrebbe essere proprio questo il momento in cui inizia il rinforzo intermittente: la persona dà segnali contrastanti, di interesse e di distacco contemporaneamente.
A prima vista si può pensare che questa dinamica generi disinteresse nell’altra persona e che quindi la frequentazione finisca, in realtà la mente umana è molto più complicata di così: i mixed signals portano a fissarsi e “ossessionarsi” ancora di più con l’altro, causano dipendenza nei confronti della “relazione”, proprio perché non sappiamo quando sarà il momento della “ricompensa”, ovvero quando ci mostrerà di nuovo affetto e interesse.
Un’altra dinamica che la persona può mettere in atto è lo stabilire confini e limiti fin da subito, i quali possono riguardare la quantità di tempo speso insieme, le informazioni su di sé che la persona rivela, la possibilità di incontrare amici e famigliari e, ovviamente, la disponibilità ad entrare in intimità.
Il problema principale e molto rilevante in queste frequentazioni è la mancanza di comunicazione da parte di chi non è emotivamente disponibile: oltre ad evitare conversazioni troppo intime, la persona non risponderà mai a determinate richieste dell’altra, richieste che possono riferirsi all’interesse che questa prova e alle intenzioni che ha.
Le persone emotivamente non disponibili non si assumono la responsabilità dei propri comportamenti disfunzionali e delle situazioni ambigue e confuse che creano, mettono in atto strategie di evitamento in modo da proteggersi dall’eventualità di una connessione emotivamente profonda con gli altri.
Conseguenze sull’altra persona: dipendenza e idealizzazione
In tutto ciò, che situazione vive la “vittima” di una persona emotivamente non disponibile? Come nascono gli effetti di dipendenza?
Nonostante la frequentazione possa essere di breve durata, questi comportamenti generano conseguenze negative su chi li sta subendo, effetti di dipendenza che possono anche degenerare se la situazione si prolunga.
Prima di tutto, come accennato prima, il meccanismo dei mixed signals crea di fatto dipendenza, il nostro cervello funziona così: il meccanismo della ricompensa è una dinamica per la quale una volta ricevuto un “premio” (in questo caso la dimostrazione di interesse), si verificherà un rilascio di dopamina che ha effetti positivi sulla mente; perciò, la persona attenderà nuovamente quel tipo di ricompensa in modo da avere quella sensazione. Sviluppiamo in qualche modo dipendenza da quelle minime dimostrazioni di affetto della persona emotivamente non disponibile.
Il problema si pone quando la ricompensa è intermittente e non sappiamo quando arriverà, questo crea ossessione e dipendenzae, nel caso delle relazioni, bisogno di rimanere attaccati a quella persona, nonostante non ci faccia del bene.
Come riportato in precedenza, spesso questo avviene a livello inconscio da parte di chi mette in atto il comportamento, però capita che sia svolto di proposito, perché magari la persona ricerca solo attenzioni e approvazione e non ha intenzione di legarsi consapevolmente; per questo è bene fare attenzione già ai primi segnali.
In altri casi, la persona è consapevole di ciò che sta facendo e della situazione creata, si sente gratificata dalla dipendenzache l’altro prova nei suoi confronti.
Questo schema comportamentale può alimentare l’idealizzazione e dipendenza da una persona che nella realtà non è così come la si immagina, questo provoca grande confusione e frustrazione perché aspettativa e realtà non combaciano.
Chi subisce queste situazioni può sentirsi solo e impotente di fronte a un qualcosa che è solamente disfunzionale; tuttavia, essendo coinvolte le emozioni spesso è molto difficile pensare razionalmente e capire come farsi da parte, per il proprio bene.
Le possibili cause dell’indisponibilità emotiva
Escludendo l’ipotesi di una persona che consapevolmente non ha intenzione di legarsi ad un’altra, cosa porta invece ad avere questa paura a livello inconscio?
Spesso le persone emotivamente non disponibili vengono etichettate come “tossiche”, dato che ovviamente i meccanismi e comportamenti descritti hanno conseguenze negative di dipendenza e ossessione su chi li subisce.
Tuttavia, queste persone non decidono consapevolmente le proprie paure, talvolta tutto nasce ed è causato da una sofferenza passata che ancora controlla queste persone in qualche modo e non le lascia libere di vivere i rapporti interpersonali con serenità.
I fattori di causa possono essere molteplici: esperienze negative, traumi o modelli relazionali appresi in passato.
Partendo dall’infanzia, i bambini sono esposti fin da subito al modo di relazionarsi dei genitori e questo ha sicuramente degli effetti su di loro: esistono diversi stili di attaccamento (ovvero modalità personali di relazionarsi agli altri) e quelli disfunzionali sono l’attaccamento ansioso, in cui è tipica la dipendenza dagli altri, e quello evitante.
L’attaccamento evitante è parte fondamentale del modo di essere di una persona emotivamente non disponibile, comprende infatti tutti i comportamenti di cui ho parlato nei paragrafi precedenti; se questo è il modello messo in atto in famiglia, molto probabilmente il bambino lo reitererà in futuro nelle sue relazioni.
L’attaccamento ansioso caratterizza invece la vittima della situazione, la quale sentendo l’altro sempre distante ne sviluppa una dipendenza malsana.
Un contesto familiare disfunzionale, in cui non si lascia spazio alle emozioni perché considerate come segnale di vulnerabilità, porta il bambino ad interiorizzare l’idea che le emozioni non vanno né espresse né condivise.
I traumi, come lutti, perdite, abbandono ecc.., sono anch’essi alla base dello sviluppo di questi meccanismi: una persona che ha già sofferto molto in passato cercherà giustamente di proteggersi da ulteriori possibili ferite.
Il problema è che, cercando di non soffrire di nuovo, si preclude di vivere momenti di vita positivi e importanti.
In generale, qualsiasi tipo di esperienza negativa a livello relazionale e non, può essere la causa di questo modo di vivere i rapporti.
Smetti di essere vittima
Torniamo dalla parte di chi subisce una frequentazione di questo tipo, come evitare di rimanerne vittima, soffrire inutilmente ed essere dipendente da un’altra persona?
Prima di tutto bisogna fare attenzione ai primi segnali, se questa persona non ti dà mai certezze ma solo ansia e confusione e senti di star sviluppando dipendenza, forse è il caso di parlarne insieme e nel momento in cui questo viene respinto, molto probabilmente hai a che fare con qualcuno che non ha reali intenzioni di legarsi emotivamente.
Queste “relazioni” a metà, in cui ci sono momenti di affetto e troppi altri di freddezza e distanza, creano solo dipendenza, devi ricordarti che non meriti di far dipendere il tuo umore e la tua autostima da un’altra persona.
Se non è disponibile ad apprezzare realmente il tuo valore e neanche a riconoscerlo, devi prenderne le distanze.
Devi accettare che la situazione è questa e non cambierà; quindi, non ostinarti a pensare che quei pochi momenti positivi della frequentazione possano avere altri significati. Questo non farà altro che aumentare la tua dipendenza verso la persona evitante.
Non possiamo costringere l’altro a cambiare ed essere diverso da ciò che è, se una persona non vuole essere emotivamente presente e l’altra ne ha bisogno, non c’è altra soluzione se non quella di lasciarsi per evitare di portare avanti una situazione insostenibile.
In conclusione, per comprendere meglio determinati meccanismi, tra cui quello della dipendenza, posso consigliarti il seguente libro: “Intelligenza emotiva. Che cos’è e perchè può renderci felici” di Daniel Goleman, l’autore tratta qui l’intero tema dell’intelligenza emotiva, ovvero la capacità di un individuo di riconoscere, distinguere e gestire le emozioni proprie e degli altri.
Un’alternativa più leggera, da ascoltare mentre vai a lavoro, all’università o sistemi casa, è il podcast “Emotionally Available” di Laura Caruso, in cui si chiacchiera informalmente del tema relazioni, mindset relazionale, dipendenza e soprattutto dell’indisponibilità emotiva, ogni lunedì ti aspetta un nuovo episodio del podcast in cui ti potresti rispecchiare!
Ti interessa il tema? Leggi anche i seguenti articoli:
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Sono Francesca, una studentessa universitaria di 21 anni appassionata di psicologia e amante del mare.
Probabilmente mi distinguo per i capelli ricci e la risata contagiosa.
Mi descrivo come ambiziosa, ironica e dinamica. Amo ballare, l'estate e i libri di crescita personale 🙂
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