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La violenza sulle donne è un fenomeno che colpisce oltre il 31,5% delle donne in Italia per quanto riguarda quella fisica e sessuale secondo i dati Istat del 2022; le forme di violenza più gravi vengono inoltre esercitate da partner, parenti o amici.
La violenza domestica è infatti un fenomeno molto diffuso. Nel 2020 il 57,8 % delle donne è stata vittima di un partner o ex partner, e nel 2019, in seguito al lockdown dovuto alla pandemia, la percentuale arrivò addirittura a 61,3%.
Quindi se stai leggendo questo articolo sappi di non essere l’unica a trovarsi in questa situazione.
Questo articolo vuole aiutare te e le altre donne a riconoscere il problema e a comprendere meglio alcuni atteggiamenti che caratterizzano gli uomini violenti, anche prima che sia troppo tardi; inoltre si propone di fornire alcuni consigli e aiuti per capire come uscire da questa situazione.
Procederemo per gradi, andando a delineare prima il concetto di violenza e i diversi tipi di violenza che possono esserci, poiché esistono alcune forme meno note e più difficili da riconoscere, come la violenza psicologica, economica, verbale; successivamente si cercherà di fornire alcuni aiuti o suggerimenti per far fronte a questa situazione.
Se temi o sai di stare affrontando queste situazioni e non sai come uscirne continua anche tu a leggere!
Violenza significato: che cosa è la violenza e che cosa si intende con violenza domestica?
Che cos’è la violenza? Come si declina nello specifico in violenza domestica?
Atto o comportamento che faccia uso della forza fisica (con o senza l’impiego di armi o di altri mezzi d’offesa) per recare danno ad altri nella persona o nei beni o diritti. In senso più ampio, l’abuso della forza (rappresentata anche da sole parole o da sevizie morali, minacce, ricatti), come mezzo di costrizione, di oppressione, per obbligare cioè altri ad agire o a cedere contro la propria volontà.
Così è definito il concetto di violenza dall’Enciclopedia Treccani.
In Italia invece la violenza domestica è definita dall’art. 3 del D.l n. 93/2013, come uno o più atti, gravi ovvero non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare (o tra persone legate, attualmente o in passato, da un vincolo di matrimonio o da una relazione affettiva), indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima.
Come riportato nei dati precedenti, spesso la persona che più infligge una qualche forma di violenza è il proprio partner, o amico o parente, e questo rende ancora più difficile allontanarsi dalla persona in questione; molto spesso, infatti, si tende anche a non identificare determinati atteggiamenti come sbagliati o pericolosi, tendendo a perdonare per poi ritrovarsi nella medesima situazione.
Chi è un uomo violento?
Un uomo violento si riconosce come colui che ha tendenza abituale ad usare la forza fisica in modo brutale o irrazionale, facendo anche ricorso a mezzi di offesa, per imporre la propria volontà intaccando la volontà altrui, anche soltanto per sfogare i propri moti istintivi e passionali.
La caratteristica di queste persone ricorrente è che nonostante nelle mura domestiche possano comportarsi in modo aggressivo e con manie di controllo, nella vita sociale o nell’ambiente lavorativo invece possono comportarsi in modo cordiale e disponibile.
Non bisogna quindi tendere a sottovalutare la pericolosità della persona, facendosi confondere da questi aspetti ingannevoli, tralasciando invece quelli che sono chiari segnali di pericolo.
Infatti nei paragrafi seguenti tratteremo anche di quali siano i segnali di allarme che ti permetteranno di riconoscere questi comportamenti, anche in via preventiva, per non permettere di sottovalutare il problema, e per identificare colui che può rivelarsi un uomo violento.
Violenza sulle donne, non c’è solo la violenza fisica!
Violenza sulle donne: ecco come si esplicita
La violenza sulle donne si sviluppa infatti sotto diverse forme, e queste forme di violenza hanno come obiettivo quello di incutere terrore e assoggettamento e quello di ledere l’integrità fisica e psicologica della donna.
Spesso il modo in cui certi uomini infliggono violenza, segue una ciclicità di fasi che passano dall’intimidazione, al clima di tensione, al manifestarsi della violenza vera e propria, all’ultima fase del pentimento e scuse, per recuperare la fiducia della donna e ripreparare successivamente un nuovo ciclo di violenza.
Quest’ultima fase che è chiamata “luna di miele”, è quella a cui fare più attenzione, perché attraverso una strategia manipolativa il partner si mostra dolce, tenero, premuroso, fa dei regali, chiede scusa per le sue azioni e promette di cambiare, affinché possa mantenere la donna sotto il suo controllo e così che non si separi da lui; tipico infatti della violenza domestica che permette all’uomo di non far allontanare la donna.
Altre volte non si verifica una vera e propria “luna di miele”, ma comunque una fase di “tregua” e tranquillità dai maltrattamenti.
Se pensi che stia capitando anche a te, guarda questi atteggiamenti con questa nuova chiave di lettura perché non si tratta di veri cambiamenti o scuse, e continua a leggere i paragrafi successivi per sapere quali sono i segnali di allarme di questi comportamenti e come uscirne.
Ora invece andiamo a identificare quali sono le diverse forme di violenza sulle donne.
Tipi di violenza sulle donne
La più diffusa, come si vede anche dai dati statistici, è quella sessuale o fisica, ma ci sono anche altre tipologie di violenza come la violenza psicologica, economica e verbale, meno evidenti e meno conosciute e che portano quindi la donna a non rendersene conto.
Ecco perché in questo articolo andremo anche a definire queste tipologie di violenza sulle donne, così che ci possa essere maggiore consapevolezza a riguardo:
Violenza fisica: comportamenti tesi a minacciare o ledere l’integrità della persona, comprese anche minacce di essere colpiti, percosse come calci o pugni, soffocamento e minacce con armi.
Violenza psicologica: spesso anticipa quella fisica. Si tratta di comportamenti volti ad intaccare l’autostima ed il senso di autoefficacia della donna, isolandola con l’obiettivo di mantenerla sotto controllo e in uno stato di sottomissione.
Fanno parte di questa tipologia anche atti di derisione, tentativi di sminuire la donna, insulti, per creare dipendenza e controllo, ma anche atti di eccessiva gelosia, e isolamento dalle relazioni familiari o amicali.
Leggi questo articolo sulla violenza psicologica per approfondire maggiormente il tema.
Violenza sessuale: Ampio spettro di comportamenti a partire dalle molestie fino allo stupro e alla prostituzione forzata. Più affine alle violenze domestiche abbiamo anche l’obbligo da parte del coniuge o partner ad avere un rapporto sessuale; infatti il fatto che ci sia o ci sia stata una relazione affettiva non obbliga la donna ad avere rapporti intimi con il suo partner.
Violenza economica: in questa rientrano tutte le modalità di assoggettamento o sfruttamento economico, come ad esempio ostacolare l’indipendenza economica della donna, la sua possibilità di lavorare, o limitarle l’accesso alle risorse finanziarie.
In questo modo l’uomo vuole limitare l’indipendenza della donna, ridurre la sua autonomia per limitare le possibilità di svincolo o allontanamento della donna.
Violenza verbale: La violenza verbale consiste in una serie di attacchi alla persona basati prevalentemente sul linguaggio, mirati a umiliare, denigrare, offendere l’interlocutore, in maniera diretta (insulti, urla, parole scurrili) o indiretta (svalutazione del valore personale, in toto o in relazione ad alcuni ruoli, insoddisfazione delle azioni o della condotta, biasimo).
Maltrattamenti in famiglia
Quali sono i maltrattamenti in famiglia?
Il reato di maltrattamenti in famiglia consiste essenzialmente nel tenere condotte quali minacce, lesioni, atti di disprezzo e umiliazione, ingiurie e privazioni nei confronti della vittima, come andremo poi a specificare nel paragrafo successivo riguardante l’articolo 572 cp.
Un gruppo di ricercatori, Holtzworth-Munroe e Stuart (1994), ha classificato l’uomo violento in 3 tipologie, che determinano poi 3 diverse forme di maltrattamenti e quindi violenza familiare che possono avvenire:
- Super-controllati: sono violenti solo nell’ambiente familiare, con partner e figli. La violenza si verifica con poca frequenza e gravità, e vi è una minore probabilità di aggressioni sessuali.
- Impulsivi: violenti soprattutto nell’ambiente familiare. Esercitano violenza psicologica, fisica e sessuale. Presentano frequentemente il disturbo borderline di personalità, associato a rabbia cronica e depressione. Giustificano la violenza come metodo impulsivo per scaricare la tensione interna accumulata.
- Strumentali: violenti con la famiglia e anche in altri ambienti. La violenza esercitata è di natura strumentale, ovvero volta al raggiungimento dei propri obiettivi. Presentano un atteggiamento freddo, narcisistico e manipolatorio, con frequenti casi di disturbo antisociale della personalità.
Articolo 572 del codice penale
L’art 572 cp punisce chi maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o affidata a lui per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte.
Si parla senz’altro di maltrattamenti in famiglia quando il fatto sia commesso nei confronti di figli, genitori, del coniuge o altri familiari conviventi.
Il rapporto di convivenza non è requisito essenziale, purché vi sia un rapporto di affidamento reciproco.
Uomini violenti: come riconoscerli dai primi segnali
Quali sono i segnali di un uomo violento? non confonderli con gesti d’amore!
Spesso un uomo violento non si manifesta con comportamenti evidenti, rendendo talvolta difficile identificarlo. Ci sono però anche in questi casi dei comportamenti e atteggiamenti ricorrenti che possono funzionare da campanelli di allarme per le donne vittime di violenza coniugale o domestica.
Questi sono ad esempio :
- Comportamenti denigratori nei confronti di amici o conoscenti, con lo scopo di sminuirli e apparire come il migliore che lei possa avere.
- Gelosia possessiva: facilmente confondibile con una dimostrazione d’affetto, e tipico della violenza domestica, ma invece si tratta di un gesto possessivo e controllante, attraverso atteggiamenti paranoici, dove l’uomo arriva a vietare alla propria partner ad esempio di uscire con gli amici o di vestirsi in un determinato modo o addirittura arriva a proibirle di studiare e frequentare la scuola o il lavoro.
- Tendenza a sminuire e denigrare la propria partner facendola sentire inadeguata e incapace di poter trovare un’altra persona che possa amarla, così da creare in lei attaccamento e dipendenza.
- Violenza fisica quindi ad esempio spinte, schiaffi, pugni, sberle, e altre forme di percosse.
- Irascibilità e aggressività quando succede qualcosa al di fuori del loro controllo, o difficoltà nel gestire situazioni comuni con tranquillità.
- Abuso di alcol.
- Vittimismo nel mostrare di sentirsi spesso incompreso e forte sentimento di insicurezza.
Questi sono i segnali più comuni che possono aiutarti e aiutare le donne a riconoscere già dai primi atteggiamenti quelli che sono o possono diventare uomini violenti.
Spesso però il soggetto non è caratterizzato da un evidente insicurezza come precedentemente detto, ma può mostrarsi invece particolarmente inserito nella società, con una vita sociale attiva e un buon lavoro, rendendo ancora più complicato per la donna il considerare come strani o problematici certi comportamenti che invece poi adotta nelle mura domestiche.
È importante quindi fare attenzione, anche in queste situazioni più fuorvianti, agli altri segnali invece che potrebbero essere presenti.
Cosa scatta nella mente di un uomo violento?
Andiamo ora a capire quali sono le motivazioni di base che spingono un uomo alla violenza, perché comprendendo i motori che lo spingono a queste azioni, si può cercare magari di limitare i fattori che pongono la donna in situazioni di pericolosità.
Spesso un maltrattatore vuole esercitare il proprio controllo, non rispetta la partner e si considera superiore. Tende a far prevalere l’abuso rispetto all’amore, ma cerca comunque di mantenere una sua immagine positiva in pubblico e quindi a livello sociale, volendo sentirsi migliore e superiore rispetto alla partner o alle altre persone.
Si pensa inoltre che la tendenza alla violenza sia dovuta a infanzie difficili e carenze affettive, ma in realtà è frutto della formazione educativa e culturale, frutto dei modelli di educazione maschili che il soggetto violento ha avuto; Lundy Bancroft sostiene che
l’abuso è un problema legato ai valori, pertanto non di natura psicologica.
Violenza domestica cosa fare: come liberarsi di un uomo violento?
Chi contattare in caso di violenza domestica?
Per aiutare le vittime di violenza domestica c’è innanzitutto il numero verde 1522 di pubblica utilità antiviolenza e stalking.
Il numero è collegato alla rete dei Centri Antiviolenza e alle altre strutture per il contrasto alla violenza di genere presenti sul territorio, infatti chiamando verranno fornite le informazioni sul Centro Antiviolenza vicino al tuo domicilio.
Si può scaricare inoltre l’App 1522 che ti consentirà di contattare e/o chattare con un’operatrice ed avere consigli utili alla propria sicurezza.
Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di fare segnalazioni in forma anonima, anche per chi non è direttamente la vittima, ma un testimone diretto o indiretto.
Può essere anche molto utile chiedere aiuto e parlare con amici, parenti o conoscenti o psicologi, per avere un eventuale aiuto concreto o supporto psicologico; è importante infatti non esitare a chiedere aiuto.
Per rispondere alla domanda “come liberarsi di un uomo violento?”, vediamo ora cosa fare secondo la legge.
Denunciare violenza domestica
Il reato di maltrattamenti in famiglia è procedibile d’ufficio: questo significa che chiunque ne sia a conoscenza può denunciare l’accaduto recandosi in Questura, presso la stazione dei Carabinieri o presso gli uffici della Procura.
Non c’è un vero e proprio termine per denunciare, ma più la denuncia è tardiva e più si rischia di perdere credibilità e prove per il processo.
Ma si sa, denunciare una persona non è mai così facile; infatti alle vittime di violenza domestica l’ordinamento giuridico, con la legge 4 aprile 2001 n.154, riconosce il diritto di ricorrere al giudice in sede civile, senza dover necessariamente denunciare il soggetto violento, e di ottenere un ordine di protezione, con il quale viene imposta la cessazione della condotta pregiudizievole e l’allontanamento di quest’ultimo.
Il giudice può anche prescrivere, ove occorra, di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima.
In conclusione, se pensi di essere vittima di violenza domestica anche tu, stai attenta ai segnali di allarme sopra indicati, e non sottovalutare alcuni comportamenti che potrebbero essere erroneamente scambiati per gesti di amore.
Spero quindi che questo articolo ti sia stato utile; se vuoi lascia un commento o condividi l’articolo per aiutare altre donne nella tua situazione.
Letture consigliate sulla violenza domestica
Per approfondire il tema della violenza domestica ti consiglio il seguente libro:
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Video sulla violenza domestica
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