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In questo articolo viene affrontato il fenomeno dell’Orbiting andando ad analizzare i principali profili di vittima e orbiter, focalizzandosi su come liberarsi da questo tipo di tecniche di manipolazione mentale.
Se hai letto l’articolo sul Gaslighting e l’articolo sul Ghosting potrebbe interessarti anche sapere cos’è l’Orbiting.
Così è definito l’atteggiamento manipolatorio da parte di una delle due persone, in questo caso l’orbiter e la vittima, coinvolte in una relazione tossica che si basa sul controllo blando o ossessivo della vittima da parte dell’orbiter.
Come con il Gaslighting, è possibile che chi vive sulla propria pelle queste relazioni non si accorga di star subendo una vera e propria violenza psicologica.
Cosa significa fare Orbiting in psicologia?
Il termine Orbiting deriva dall’inglese “to orbit”, che significa orbitare attorno a qualcosa. Questo fenomeno è stato definito così per la prima volta nel 2018 da una blogger, Anna Rose Iovine, dopo averlo sperimentato in prima persona.
La reporter culturale descrive l’orbiter come «uno/una ex pretendente che ti tiene nella sua orbita – abbastanza vicino da vedersi; abbastanza lontano da non parlare mai».
Orbiting: una strategia manipolatoria
L’Orbiting è una tecnica manipolatoria che si instaura tra due soggetti che hanno vissuto una relazione (di qualsiasi tipo) ormai conclusa e che ha l’obiettivo di far rimanere l’orbiter nei pensieri della persona vittima di questa manipolazione ma senza interagirci realmente.
La relazione infatti si basa, quasi sempre, sui social: spesso capita, ad esempio, che la persona che fa Orbiting ignori completamente i messaggi della vittima ma continui a visualizzare le sue storie Instagram.
Per questo ciò che desiderebbe la persona “orbitata” di solito è solo chiarezza, ma sembra quasi che l’altra non si decida a prendere una posizione vera e propria. Infatti come vedremo di seguito, tra i profili dell’orbiter troviamo quello che si può definire “l’eterno indeciso”.
Per riassumere: si vive una relazione che non solo non è ben definita ma è quasi inesistente, e l’orbiter non ha alcuna intenzione di fare un gesto netto o di comunicare le sue vere intenzioni, lasciando la vittima a metà fra lo sconforto e la speranza.
Speranza che inganna, manipola e rende così l’attaccamento verso persona tossica sempre più forte.
Perché le persone fanno Orbiting?
Per citare un film: “La verità è che non gli piaci abbastanza”. Ma allora perché non esprimere chiaramente le loro intenzioni? Ovvero quelle di non avere una relazione vera e propria con la persona orbitata?
Spesso si tratta di una strategia passivo-aggressiva attuata dai manipolatori narcisisti, che hanno bisogno di sentirsi forti e tenere sotto controllo la relazione.
In altri casi invece, si ha a che fare solo con persone indecise e insicure, che non hanno le idee chiare su cosa vogliono.
E soprattutto, non sanno cosa cercano nelle relazioni ed è proprio per questo che prendono tempo, tenendo l’altra persona a una distanza tale da poterla controllare.
L’Orbiting è quindi una strategia per evitare di lasciarsi coinvolgere a fondo in una relazione, mantenendo una distanza “di sicurezza” senza però tagliare del tutto i ponti.
I tre profili dell’orbiter
Si può provare a spiegare questo comportamento prendendo spunto dai tre profili dell’orbiter delineati da Anna Iovine:
- L’orbiter che ama esercitare il controllo sugli altri. In questo caso vi è la vera e propria strategia di manipolazione, di cui si parlava in precedenza, che ha l’obiettivo di monitorare e spiare l’altro, disinteressandosi delle conseguenze del suo comportamento. In poche parole è una forma di abuso emotivo messa in atto da una persona narcisista (per approfondire leggi le referenze a fine post) che ha l’obiettivo di legarci a lei senza alcun impegno, gonfiando così il suo ego.
- L’orbiter inconsapevole: non sa ciò che sta facendo e causando. Questo tipo di persona porta avanti questo atteggiamento in maniera ingenua, senza rendersi conto dell’impatto che le sue azioni possono avere sull’altro. Agisce senza malizia e ha una scarsa conoscenza dei ‘meccanismi social’, curiosa nella vita dell’altro ma non con l’intento di mandare dei messaggi subliminali sulla relazione.
- Il terzo profilo dell’orbiter è colui che non sa ciò che vuole da quella persona. Spesso capita che questo atteggiamento sia direttamente collegato alla pura indecisione: magari l’orbiter esce da una storia complicata oppure è una di quelle persone che non ha mai saputo cosa vuole, così tiene la vittima nella Stanza delle Necessità in modo da avere sempre una possibilità “aperta” mentre ne cerca contemporaneamente altre. In questo caso, come spiegato dalla specialista delle relazioni Rachel O’Neill, il tipo di persona è identificabile come chi non è pronto a impegnarsi ma che, allo stesso tempo, non vuole distaccarsi dall’altra persona per paura di perderla e con essa perdere anche se stesso, se si volesse citare una frase di una canzone: “solo, credevo di volare e non volo”.
Purtroppo vivere una relazione di questo tipo è opprimente e può modificare il nostro atteggiamento nelle relazioni future, ma ci sono molti modi per liberarsene.
Iniziamo delineando le caratteristiche della vittima e le varie tipologie, per poi parlare di come è meglio difendersi da un orbiter in base a quali sono le sue reali intenzioni.
La vittima di Orbiting
La vittima oggetto di Orbiting, come accennato, subisce le conseguenze di questo comportamento ambivalente e distaccato e, se in un primo momento può esserne felice e lusingata, dopo un po’ può crollare nello sconforto e nel malessere.
In una prima fase, infatti, la vittima è sottoposta a un’inondazione di attenzioni che si potrebbero quasi definire come un love bombing digitale, in questo modo ci si illude di poter ricominciare o iniziare una relazione con l’altro che spesso viene anche idealizzato.
In una seconda fase però, la vittima comprende che nonostante i like e i commenti nel concreto non avviene nulla e inizia ad alternare momenti di entusiasmo, quando l’orbiter si fa vivo, a momenti di sconforto, quando quest’ultimo ciclicamente sparisce.
In questa altalena tra esserci e non esserci, i sentimenti che prova la vittima, possono passare dall’ansia, alla depressione, alla confusione mentale ed emotiva, nonché tristezza e insicurezza rispetto al fatto di non essere amati e apprezzati abbastanza.
Queste emozioni inoltre possono provocare anche effetti molto gravi sulla mente di vittime che non hanno un’alta autostima e fanno fatica a capire come farsi apprezzare dalle altre persone.
Ma reinterpretando una celebre frase di un film: “vittime: non lo siamo tutti?”
Una risposta potrebbe essere: non sempre!
Le tipologie di vittime di Orbiting
Come nel caso dell’orbiter, possono essere diverse le motivazioni che ci portano a identificarci come vittima e quindi anche in questo caso, esserci diverse tipologie.
Spesso la vittima è una persona emotivamente fragile che per vissuti personali, fa fatica ad essere felice di sè, ne ha quasi paura e preferisce quindi accontentarsi dell’idea, pessima, che si è creata della propria persona piuttosto che vederne il potenziale ed essere in grado così di apprezzarsi.
Altre volte la vittima conosce solo la sofferenza come schema relazionale, pertanto, ha la tendenza a legarsi a chi la fa soffrire, sempre perché la felicità, sconosciuta, viene in qualche modo temuta; citando un altro film: “accettiamo l’amore che pensiamo di meritare”
In altri casi la vittima tende a legarsi a personalità tipo l’orbiter, proprio perché lei per prima non riesce, magari a livello più inconscio, ad avere una relazione concreta, in quanto ne ha paura e quindi, mentendo a sé stessa, si nasconde dietro l’illusione di una relazione parziale, ritenendosi pertanto impegnata, per non dover invece affrontare una relazione reale e concreta.
Altre volte un’autostima minata da altre relazioni tossiche, porta a male interpretare il comportamento altrui e pensando di essere di fronte a quell’amore tanto voluto e desiderato, quanto altrettanto temuto.
Ad ogni modo, vediamo come anche nel caso della vittima resta un comun denominatore, che in questo caso è un sentimento di forte paura, difficile da gestire.
In conclusione, abbiamo visto come l’Orbiting possa assumere i connotati di una vera e propria relazione disfunzionale e come tale forse l’unica soluzione sarebbe quella di interromperla. Ma spesso per la vittima questo risulta alquanto difficile, per tutto quello che spesso l’orbiter può rappresentare per quest’ultima, che va aldilà del suo atteggiamento.
Vediamo quindi quali sono le strategie più adatte per riuscire ad affrontare al meglio questa tipologia di situazioni e uscirne vincenti.
Come comportarsi con un Orbiter?
Dopo queste spiegazioni, si può dire con fermezza che l’Orbiting è sinonimo di relazione tossica.
Elaborare la fine di un rapporto o arrivare alla consapevolezza che la persona di cui si è innamorati non vuole avere una relazione con noi è molto difficile e, nel momento in cui questa persona continua a orbitare intorno alla vittima, reagire potrebbe essere davvero complesso.
Allora come ci si deve comportare? Ma soprattutto: se una persona è uscita dalla nostra vita in modo brusco o incoerente, perché ha ancora il diritto di conoscerla?
Se sei vittima di un orbiter “digitale” la soluzione più semplice è bloccarlo su tutti i social o limitare la tua privacy online. Su Instagram e Snapchat puoi restringere la cerchia delle persone che possono vedere le stories, così che non se ne accorga, e su Facebook semplicemente togliere l’amicizia.
In questo modo si traccia un confine netto tra vittima e orbiter che rende il la manipolazione e controllo di quest’ultimo molto più difficoltosi.
Le domande da porre a se stessi
Se non si riescono a definire i confini ci si dovrebbe chiedere perché si faccia così fatica: Cosa si spera di ottenere? Quali emozioni suscitano il rifiuto dell’orbiter? É davvero il tipo di persona che si vuole al proprio fianco?
Queste domande sono fondamentali per non cadere più e più volte nell’inganno dell’orbiter e per preservare il benessere psicologico.
Inoltre è importante chiedere aiuto e supporto se si sente di non farcela da soli. Il vuoto che nasce dalla fine di una relazione è profondo e spesso difficile da gestire.
Aver avuto a che fare con un orbiter complica l’elaborazione della “chiusura amorosa” e mette a rischio la capacità di superare questa situazione.
Video di spiegazione Ghosting e Orbiting da parte di una psicologa:
Letture sulla manipolazione psicologica:
Ti consiglio di leggere questo libro in particolare sull’Orbiting e sul gaslighting:
Spero che questo articolo ti sia stato utile, anche se ti consiglio di rivolgerti a un professionista nel caso in cui tu sia ritrovato in uno dei profili della vittima di Orbiting.
Ora se ti va lascia un commento dicendomi cosa pensi di ciò che hai letto e, se te la senti, raccontami come ti sei reso conto di essere vittima di manipolazione mentale e come hai fatto ad uscire da questo tipo di situazione.
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