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Quello dei disturbi legati all’alimentazione (DCA) è un tema che sta purtroppo assumendo una crescente importanza. Le immagini di corpi perfetti a cui i media ci sottopongono costantemente e la continua ricerca della perfezione, unite al radicale cambiamento delle abitudini a cui siamo stati sottoposti negli ultimi anni, hanno portato ad un aumento senza precedenti di casi accertati di disturbi alimentari.
In Italia i DCA coinvolgono circa 3 milioni di persone e rappresentano la prima causa di morte fra gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali. Per la loro diffusione, infatti, i disturbi alimentari vengono considerati come una vera e propria epidemia sociale.
L’emergenza Coronavirus ha ulteriormente aggravato la situazione: la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare stima infatti che gli ultimi 19 mesi hanno registrato un incremento del 40% di nuovi casi e una crescita pari al 50% di richieste di prima visita per i Disturbi del Comportamento Alimentare.
Ma sapete davvero cos’è un disturbo alimentare e quali tipologie esistono? Sapreste come aiutare chi ne soffre e come gestire la convivenza con chi ha un disturbo alimentare?
La risposta a tutti i vostri dubbi la trovate in questo articolo.
Cosa sono i disturbi del comportamento alimentare
“I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione o di comportamenti collegati con l’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale”. (DSM-5)
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo.
I principali disturbi del comportamento alimentare sono:
L’Anoressia Nervosa, che è caratterizzata da un significativo e rapido calo di peso causato da una drastica riduzione dell’apporto calorico rispetto al proprio fabbisogno; è un disturbo alimentare determinato non da mancanza di appetito (come nel caso dell’anoressia di natura non nervosa), ma da un’alterata percezione del proprio corpo, dall’ossessione per la propria immagine e dalla paura di ingrassare. L’assunzione ridotta di cibo è spesso associata al ricorso ad allenamenti molto intensi ed al vomito e all’uso di lassativi per favorire la perdita di peso.
La Bulimia, detta DAP-Disturbo Alimentare Psicogeno, che si manifesta con abbuffate ricorrenti, seguite da forti sensi di colpa e paura di ingrassare che portano al ricorso di vomito autoindotto, lassativi, digiuno e iperattività fisica. Rappresenta in qualche modo un “rimedio” per chi non vuole ingrassare ma non riesce a trattenersi dal mangiare.
Il Disturbo da Alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder), nel quale gli eccessi alimentari non sono seguiti da condotte di eliminazione come nella bulimia: l’obesità ne costituisce l’inevitabile conseguenza. È un disturbo dell’alimentazione che porta a mangiare in modo compulsivo, automatico, di solito privilegiando alimenti poco sani e ipercalorici.
La Night Eating Syndrome, che si manifesta con un consumo eccessivo di cibo dopo cena e con il bisogno di ricorrere a frequenti spuntini la notte. Le naturali conseguenze sono la difficoltà ad addormentarsi e i continui risvegli notturni.
La Pica (o picaismo), che è un disturbo alimentare molto più raro e spesso associato a problemi psichiatrici, che spinge a mangiare cose non commestibili, come carta, capelli, terra ecc.
Il Disturbo da ruminazione, che consiste in una eccessiva e prolungata masticazione.
Convivenza e disturbi alimentari
Convivere con una persona con un disturbo alimentare significa affiancarla ed essergli di supporto nel lungo percorso di guarigione e può essere una sfida piuttosto complicata.
Condividere la propria quotidianità con chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare non è infatti certamente facile; intimità, dialogo e pasti possono risultare situazioni difficili da gestire.
Convivenza e DCA: Immagine del corpo e rapporti sessuali
L’immagine negativa che chi soffre di DCA ha del suo corpo, può portare a numerose complicazioni nella sfera sessuale e della soddisfazione, dal desiderio all’eccitazione e perfino all’orgasmo.
È importante in questi casi non forzare il partner ed assecondare richieste volte a farlo sentire più a proprio agio: generalmente chi ha queste problematiche avrà difficoltà ad avere rapporti con le luci accese o a spogliarsi completamente.
Occorre anche una buona dose di comprensione; chi soffre di disordini alimentari potrebbe rifiutare momenti di intimità e rapporti sessuali più frequentemente e apparire distratto e poco coinvolto durante i rapporti perché sta pensando a come appare.
Convivenza e DCA: i pasti
I pasti possono essere molto difficili sia per chi soffre di disturbi alimentari che per chi gli sta a fianco.
Per rendere più semplice il momento dei pasti potresti seguire questi consigli:
- Fissa con il tuo partner quello che mangerete, a che ora, chi altro sarà presente e pensa alle dimensioni delle porzioni.
- Assicurati di avere tutto il necessario per il pasto stabilito per evitare variazioni dell’ultimo minuto che potrebbero aumentare l’ansia.
- Se il tuo partner ha difficoltà a fare la spesa a causa dell’ansia dovuta a cose come le etichette nutrizionali, offriti di fare la spesa per lei o andate insieme per aiutarlo. Anche fare la lista della spesa o fare la spesa su internet può essere di grande aiuto
- Le confezioni convenienza dei cibi da evitare o temuti hanno un effetto negativo importante, soprattutto se si tratta di un cibo che la persona tende a limitare o ad abbuffarsi. Comprare il cibo sotto forma di un singolo articolo piuttosto che di parte di una confezione convenienza potrebbe essere un’azione più gestibile per la persona cara.
- Chiedi cosa sarebbe più utile durante il pasto. In altre parole fatti guidare. Alcuni esempi di cose che hanno aiutato altre persone sono avere la televisione o la radio accesa, colorare i tovaglioli, fare un puzzle o conversare. Inventate insieme una lista di tecniche di distrazione da usare quando si trova in difficoltà .
- Mantieni la conversazione neutrale durante i pasti, quindi evita di discutere su argomenti come le diete, l’esercizio fisico o come sta andando il trattamento.
Se sei interessato al tema “Cucinare insieme”, potrebbe interessarti questo articolo.
Convivenza e DCA: il dialogo
Le persone con disturbi alimentari tendono ad isolarsi e ad essere soggetti a stati emotivi e comportamentali “schizofrenici”. Il detto “come fai, sbagli” è qui particolarmente azzeccato: se si rassicura e si assume un atteggiamento positivo, si induce un atteggiamento rabbioso, sprezzante. D’altro canto, se ci si mostrasse critici e si tentasse di rendersi partecipi alla lotta contro quelli che magari sono “solo” dei chili di troppo, si otterrebbe un atteggiamento estremamente chiuso e depresso.
Per quanto riguarda la socialità cerca di non arrenderti all’isolamento del tuo partner: proponi attività ed eventi (anche legati a cibo e sport), invita amici a casa, aiutalo a trovare nuovi hobby.
È importante mantenere anche una certa lucidità nei momenti più difficili per non rispondere ad attacchi di rabbia arrabbiandosi e mantenere una comunicazione aperta. Una comunicazione sicura e aperta è infatti sempre una solida base per relazioni felici e sane, a maggior ragione in caso di problematiche di questo tipo; permette al tuo partner di condividere i suoi problemi legati al suo DCA, chiedere supporto e quindi rafforzare la relazione nel suo complesso. Dare al tuo partner con un disturbo alimentare lo spazio per rendere quell’esperienza parte della vostra comunicazione non può che aiutarlo nel suo viaggio.
10 cose da non dire a chi ha un DCA
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “C’è sempre qualcuno che sta peggio di te”. – Prova con: “Non sei sola. Se hai voglia di parlarne, io sono qui per te”
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “Guarda che la vita non è facile per nessuno”. – Prova con: “Continua a combattere: per me è importante che tu lo faccia, perché tu per me sei importante”
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “Smettila di piangerti addosso”. – Prova con: “Pensi che io possa esserti d’aiuto in qualche modo?”
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “Smettila di fare i capricci, cosa ti costa mangiare un po’ di più?”. – Prova con: “Lo so che l’anoressia/la bulimia è una malattia. Non sei matta”
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “Prova a non vomitare”/”Prova a mangiare normalmente”. – Prova con: “Ce la puoi fare a stare meglio, non arrenderti”
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “E’ colpa tua, chi è causa del suo mal pianga se stessa”. – Prova con: “Non permettere all’anoressia/alla bulimia di avere la meglio su di te.
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “Credimi, lo so come ti senti. Anch’io a volte sono insoddisfatta del mio aspetto fisico”. – Prova con: “So che non posso capire quello che stai passando, ma cercherò di fare del mio meglio per riuscire a comprendere”
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “Ti rendi conto di quanto ci fai stare male con la tua anoressia/bulimia?”. – Prova con: “Non ti lascerò sola in questo”
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “Lo fai solo per attirare l’attenzione”. – Prova con un semplice: “Ti voglio bene”
- Cosa NON dire a chi ha un DCA: “Hai provato un ricostituente? Un integratore vitaminico?”. – Prova con: “Mi dispiace per quello che stai passando. Non posso capirlo, ma posso starti vicino. Non devi sentirti in colpa, so che stai male. E farò quello che mi sarà possibile per esserci sempre per te”.
15 marzo: giornata nazionale del fiocchetto lilla
La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione “Mi Nutro di Vita” (Pieve Ligure – GE). L’iniziativa parte da un padre, Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia a soli 17 anni per bulimia, e ricorre il 15 marzo, proprio nel giorno della sua scomparsa.
Questa Giornata offre speranza a coloro che stanno ancora lottando e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei Disturbi del Comportamento Alimentare.
Gli obiettivi della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla sono molteplici, tra cui la difesa dei diritti fondamentali di chi è colpito da un DCA, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, l’accrescimento della consapevolezza del carattere di epidemia sociale che i DCA stanno assumendo a livello nazionale e mondiale e la creazione di una rete di solidarietà verso chi è colpito da DCA.
È possibile guarire da un disturbo alimentare?
Molti, io in prima persona, si pongono, o si sono posti almeno una volta, questa domanda: “ma è possibile guarire da un disturbo alimentare?”. La risposta è sì.
È infatti errato pensare che si possa convivere con un disturbo alimentare…da un DCA si guarisce!
Gli esperti dicono che i tempi medi di un percorso terapeutico sono di circa 5 anni (comprendendo tutte le fasi e i livelli assistenziali).
Ma cosa significa davvero guarire da un DCA? Spesso si pensa che la guarigione avvenga quando il soggetto riprende a nutrirsi e riprende peso, ma, nonostante questo sia un elemento positivo, la guarigione non è solo questo; il lavoro di cura deve infatti concentrarsi sugli aspetti più profondi, che molto probabilmente sono la causa del disturbo alimentare (es. aspetti, emotivi, cognitivi, relazionali, familiari…).
Guarire da un disturbo alimentare è qualcosa di molto più profondo di un numero sulla bilancia; guarire vuol dire essere più consapevoli, imparare ad utilizzare nuove strategie per affrontare i momenti difficili, imparare a gestire le emozioni, ascoltarsi, volersi bene, accettarsi, prendersi cura di sé, eliminare pensieri ossessivi e molto altro ancora.
La guarigione da un DCA è dunque un processo lungo e complesso, che deve essere affiancato da esperti che possano guidare la terapia nel migliore dei modi. Per queste ragioni, a gennaio 2022 l’Istituto Superiore di Sanità ha attivato una piattaforma online, interattiva e aggiornabile in tempo reale, dove sono censiti tutti i centri dedicati alla cura dei DCA, disturbi del comportamento alimentare. E’ questo il risultato raggiunto attraverso il progetto MA.NU.AL che il Ministero della Salute, nell’ambito delle Azioni Centrali del CCM, ha affidato al Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità. Si tratta del primo censimento in Italia dei servizi ambulatoriali, residenziali e semi-residenziali, appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale o private.
Nel processo di guarigione da un disturbo del comportamento alimentare hanno un grande impatto anche le sane relazioni; stare accanto e supportare nel modo corretto chi è affetto da questa patologia può davvero fare la differenza. Sii il più empatico e comprensivo possibile; mantieni sempre un dialogo aperto e sincero e soprattutto dona tutto l’amore che puoi!
Letture consigliate sul tema DCA
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Film consigliati sul tema DCA
Se vuoi ulteriormente approfondire il tema dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) o se preferisci i film alla lettura, ecco qua un recente film Netflix sul tema.
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Greta, studentessa di Marketing, comunicazione aziendale e mercati globali presso l'Università degli studi di Milano Bicocca, curiosa e appassionata di viaggi, libri, buon cibo e buon vino.
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