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Matrimonio o convivenza? La grande domanda
Sempre più coppie decidono di rinunciare al tradizionale matrimonio in favore di una scelta meno vincolante e più economica: la convivenza.
Ma in che modo preferire andare a convivere rispetto a sposarsi può avvantaggiare una coppia? E quali sono invece le difficoltà che si devono affrontare? Insomma, come scegliere tra sposarsi o convivere?
Questo articolo ti aiuterà a risolvere i tuoi dubbi!
Convivenza o matrimonio? Come scegliere?
Sono sempre più numerose le coppie che prediligono la convivenza rispetto al matrimonio e i motivi sono differenti.
Scegliere di convivere può essere una decisione di natura soggettiva, come risposta ad esperienze familiari fallimentari: l’aver vissuto la fine di un precedente matrimonio o la separazione dei propri genitori, episodi che inducono, quindi, a scegliere un impegno meno vincolante.
Inoltre, è una decisione influenzata da credenze e ideologie, ad esempio le convinzioni religiose di un individuo o l’idea del matrimonio come formalità inutile.
Non sempre però la convivenza è una libera scelta, a volte è infatti l’unica alternativa.
La convivenza è l’unica opzione possibile se vi sono impedimenti legali, ad esempio per chi aspetta la sentenza di divorzio o se non si hanno abbastanza risorse finanziarie ed economiche per affrontare i costi di un matrimonio.
Convivere è una scelta indotta nel momento in cui non si è legittimati a sposare la persona che si ama, come nel caso delle coppie omosessuali.
Ancora, in alcuni casi convivere viene visto come un “esperimento” temporaneo per testare una futura vita insieme, in cui solitamente l’esito è il matrimonio, altre volte, invece, la convivenza è l’alternativa definitiva e duratura che lo sostituisce.
Sposarsi o convivere? Il matrimonio è un’istituzione superata?
Come affermato nel libro “Le libere unioni in Italia. Matrimonio e nuove forme familiari” di Monica Santoro, l’istituzione matrimoniale ha sicuramente perso negli ultimi decenni gran parte del valore che aveva conservato per molti secoli: il matrimonio non è più visto come elemento obbligatorio per l’esercizio della sessualità e della riproduzione, anzi, molto spesso non viene nemmeno visto come tappa necessaria e decisiva nel proprio progetto di vita.
Su tema abbiamo anche ottimi articoli specifici:
- Le Unioni civili spiegate in modo semplice e completo
- Contratto di convivenza a 360°: tutto quello che devi sapere
- Definizione Convivenza: 4 cose che non sai. E dovresti!
Fattore fondamentale è stato anche l’emancipazione e l’indipendenza della donna: se prima la donna era confinata al ruolo di moglie e madre casalinga, ora ha invece conquistato una propria autonomia e libertà che le ha permesso di aspirare a nuove prospettive di vita non obbligatoriamente legate al matrimonio.
Inoltre, col tempo si è riusciti a superare molti pregiudizi e preconcetti legati alla convivenza tra persone non sposate, prima giudicata negativamente soprattutto dalle generazioni più adulte.
Grazie alla tolleranza della società verso le nuove forme familiari molte più persone sono quindi spinte a preferire la convivenza al matrimonio, che, essendo più “libera”, è considerata la scelta migliore in risposta al clima di instabilità dell’ultimo periodo.
Ma quando due persone sono conviventi? Quale differenza c’è con il matrimonio?
Sposarsi o convivere: cosa cambia tra matrimonio e convivenza?
Si intendono per conviventi di fatto due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile. (art. 1, co. 36, legge 76/2016)
Esattamente come i coniugi, i conviventi hanno:
- La possibilità di designare il partner come rappresentante con potere decisionale in caso di interdizione di uno dei due o di malattia, ne consegue la capacità di decidere in caso di donazione di organi o di celebrazioni funerarie.
- La possibilità di fare visita al proprio partner in ospedale allo stesso modo in cui può farlo un familiare. Lo stesso avviene nel caso in cui il partner si trovi in carcere. In entrambi i casi il partner avrà diritto ad accedere alle informazioni personali dell’altro alla stregua di un marito o di una moglie.
- La possibilità di essere nominato tutore nel caso di interdizione di uno dei due coniugi.
Le differenze tra convivenza e matrimonio sono invece le seguenti:
- I conviventi non devono rispettare il dovere di fedeltà, presente invece nel matrimonio.
- Per quanto riguarda i diritti successori: il coniuge può essere erede, mentre il convivente per ricevere l’eredità deve essere esplicitamente indicato erede in un eventuale testamento.
- La pensione di reversibilità e il trattamento di fine rapporto spettano esclusivamente al coniuge superstite e non al convivente.
- Il diritto di abitazione in caso di morte del proprietario della casa: il coniuge superstite eredita la casa, mentre il convivente superstite ha diritto a continuare a vivere nell’immobile per due anni oppure un periodo pari alla convivenza, comunque non oltre cinque anni.
- I due conviventi possono anche risiedere in abitazioni diverse: secondo la legge Cirinnà del 2016 per essere definiti tali i due partners non devono per forza convivere sotto lo stesso tetto se il legame tra i due può essere definito stabile; nel matrimonio si ha invece il dovere di coabitazione.
Perché non conviene sposarsi? 6 vantaggi della convivenza
- Il procedimento per dare inizio alla convivenza è molto più immediato.
- La convivenza può essere interrotta in modo più semplice e rapido rispetto al matrimonio e i costi per definirne la fine sono drasticamente più bassi rispetto al dover affrontare un divorzio.
- La convivenza si basa su un forte legame affettivo tra i due individui, che non vengono discriminati per motivi riguardante il loro genere. Al contrario del matrimonio, tutti sono legittimati a convivere: coppie di sesso opposto e coppie dello stesso sesso.
- La convivenza è diventata a tutti gli effetti istituto di diritto, per questa ragione ai conviventi sono stati riconosciuti dei diritti e dei doveri che prima caratterizzavano solo le coppie sposate. Per quanto riguarda i figli: dal 2012 i figli nati dentro e fuori dal matrimonio hanno acquisito gli stessi diritti.
- I conviventi possono darsi delle regole personalizzate, fatte secondo i bisogni e le necessità della coppia, attraverso il contratto di convivenza.
- Dal punto di vista fiscale, i redditi dei conviventi non si accumulano, dunque si possono richiedere delle agevolazioni economiche e delle esenzioni, come nell’assegnazione di una casa popolare.
La testimonianza di Roberta e Renato sulla scelta sposarsi o andare a convivere?
Com’è convivere da trent’anni e prendersi cura di tre figli?
Ci raccontano la loro esperienza Roberta, 57 anni, e Renato, 59 anni.
Come scegliere tra sposarsi o convivere? Perché avete preferito la convivenza al matrimonio?
Roberta: “Io avevo appena comprato casa e mi stavo frequentando da qualche mese con Renato. Nonostante la relazione stesse andando bene e ci fosse sintonia tra di noi, non me la sentivo di sposarmi subito perché credevo che prima fosse importante conoscersi nel quotidiano, nella vita di tutti i giorni in modo da capire se realmente ci fosse affinità. In realtà, non sentivo nemmeno la necessità di formalizzare il nostro rapporto con il matrimonio perché, per me, le uniche persone che ci dovevano credere eravamo noi.”
I vostri genitori volevano che vi sposaste?
Renato: “No, abbiamo avuto la fortuna di crescere in famiglie con una mentalità molto aperta per quel periodo, probabilmente anche grazie al fatto che non fossero particolarmente religiose e osservanti: spesso, infatti, i nostri coetanei erano costretti a sposarsi prima di convivere anche per una questione di religione e “peccato”. L’ unica cosa che i miei volevano per noi era di andare d’accordo.”
Vi siete mai sentiti giudicati dalla società?
Roberta: “Negli anni ’90 convivere senza essere sposati non era una scelta comune come lo è oggi. Spesso ci chiedevano il motivo della nostra decisione che era vista come qualcosa di “strano” e particolare; tuttavia, io non ho mai dato particolare importanza al giudizio degli altri.”
Avete mai pensato di sposarvi successivamente?
Roberta: “No, perché non ne abbiamo sentito l’esigenza. Poi sono nati i nostri figli quindi abbiamo deciso di investire i soldi per un ipotetico matrimonio nel crescerli e fargli fare esperienze.”
Renato: “No, perché non è una firma che ci legittima come coppia. Alla fine, siamo insieme da trent’anni, stiamo bene e questo ci basta.”
La convivenza è la scelta giusta?
Non esiste una risposta definitiva a questa domanda poiché ognuno ha esigenze, aspettative e valori differenti: ci sono persone che sognano di arrivare all’altare in abito bianco da quando hanno memoria e altre che non vogliono nemmeno iniziare una relazione.
Ognuno ha il diritto di scegliere ciò che ritiene più giusto per sé stesso e la coppia. La convivenza, però, può sicuramente essere una buona alternativa al matrimonio.
Consigli di lettura su convivenza e matrimonio
Se ti interessa approfondire altri punti di vista riguardo la scelta tra matrimonio e convivenza, ti consiglio questi articoli:
- Matrimonio o convivenza? guida alla scelta
- Convivere: una scelta, molte soluzioni
- Convivenza o matrimonio? Mai più sposi, meglio convivere
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Sono una studentessa di Marketing dell' Università di Milano-Bicocca.
Amo viaggiare e andare ai musei.
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