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Chi non si è ritrovato almeno una volta nella vita a parlare con i propri amici fuorisede di affitto e dei rispettivi coinquilini? Arriva un giorno in cui trovi casa in una zona top di Milano, a un prezzo relativamente sostenibile, ma siete in due e il tuo coinquilino è un perfetto sconosciuto. La soluzione può essere una sola: sopravvivere senza litigare!
Questa casa non è un albergo: la giusta dose di compassione nei confronti del tuo coinqui
È storicamente risaputo che le donne in casa hanno una marcia in più: per quanto si parli di parità di genere, a mio avviso questo è un dato di fatto. In cuor nostro la speranza di trovare ragazzi intraprendenti che sappiano fare lavatrici, passare l’aspirapolvere e tenere a un minimo di decoro in casa è ultima a morire. Ma nel mio caso questa speranza è proprio morta!
La regola del “per questa volta chiudo un occhio” quando vai a vivere da solo finisce, così come finiscono tutte le comodità del trovare sempre tutto pronto grazie alla mamma. Bisogna iniziare a ‘sbattersi’, come diciamo noi giovani. E no, caro il mio coinquilino, questa nuova fatica, non è solo tua ma è universale.
Il doversi sbattere non fa distinzioni di sesso e la tua nuova coinquilina non sarà la tua mammina. La tua nuova casa non è un albergo, è la tua casa tanto quanto è la sua, entrambi avete i propri diritti e doveri, potranno esserci deroghe da entrambe le parti, armistizi, trattative che dureranno fino a notte fonda su chi butterà la spazzatura il giorno dopo, ma non la scampi.
Esiste sicuramente la categoria delle coinquiline ‘crocerossine’per natura, ma sono perle rare e anche loro prima o poi arriveranno a un punto di non ritorno in cui smetteranno di compatirti e di dirti “non ti preoccupare, pulisco io la cucina” piuttosto che “ti faccio io la lavatrice”. Quel giorno sarà un vero colpo al cuore in cui dovrai prendere una decisione: tornare da mammà alla tua casa, vero e proprio albergo, o dimostrare che puoi farcela e contribuire al benessere della convivenza o meglio co-sopravvivenza della tua povera coinqui?
5 consigli per sopravvivere senza litigare
Ragazze se dopo un mese la vostra convivenza con il coinquilino maschio vi sta mettendo a dura prova, la strage è vicina, ma volete mantenere la vostra fedina penale pulita ancora per qualche anno ecco 5 consigli – testati dalla sottoscritta – per evitare una scena splatter:
1. Fare tanto yoga
La vita per un fuorisede è di per sé piena di spese, perché dover fare anche l’abbonamento in palestra quando puoi fare yoga o entrare in modalità zen per non ammattire quando il tuo coinquilino lascia i piatti da lavare per due giorni nel lavandino e non avete la lavastoviglie? Pratico, senza attrezzi, a costo zero, lo yoga è il rimedio per rilassarsi e ritrovare la calma quando dentro casa infuria la bufera.
2. Venirsi incontro nelle necessità con l’inquilino
Venirsi incontro nelle necessità o almeno provarci: non sarà facile ma quanto meno bisogna fare un tentativo.
Stilare per iscritto una dichiarazione dei diritti e doveri del buon coinquilino forse è esagerato, si può cominciare dalle basi.
In primis rispettare i propri spazi e scendere a compromessi del tipo: ‘io non passo l’aspirapolvere alle 9 di sabato mattina ma se organizzi un festino con i tuoi amici sistemi tutto senza lasciare tracce’ oppure ‘ti stiro le camicie ma tu vai al supermercato e mi prendi l’acqua’ e così via. Semplici accordi a costo zero per mantenere uno stile di vita sano e equilibrato, soprattutto per la vostra mente e la vostra gastrite latente.
3. Chiedere ospitalità ai tuoi amici
Chi trova un amico trova un tesoro, nella nostra situazione trova proprio la salvezza.
Nelle giornate di sconforto totale in cui l’unica cosa che vorresti fare è cambiare casa, diventa di vitale importanza riuscire a carpire dal tuo conqui quali sono i suoi programmi.
Se starà a casa tutto il giorno con la fidanzata o a vedere la partita di calcio come se fosse allo stadio, allora scappa finché sei in tempo.
Chiedi temporaneamente ospitalità a casa dei tuoi amici, sapranno sostenerti, riderete insieme ai racconti del tuo ‘fuggi fuggi’ e quando ti sarà passata la voglia di fare una strage – magari con un paio di Negroni in corpo – sarai pronta per tornare a casa.
Mi raccomando all’alcol, sempre con moderazione: altrimenti c’è il rischio che al tuo rientro ti sembri il perfetto uomo di casa.
4. Realizzare che sono maschi
Buona prassi al mattino sarebbe aprire la finestra ed è quello che fai nella tua camera, prassi che il tuo coinquilino ignora.
Se ogni volta che accidentalmente ci passi davanti rasenti lo svenimento e ti domandi “ma per quelli che non ci arrivano esiste una prolunga?” la riposta è semplice: sono m-a-s-c-h-i.
Per testare la veridicità di questa risposta è sufficiente fare la prova con i tuoi amici che vivono con soli coinquilini maschi: 1 su 5 ti dirà che fa effettivamente arieggiare la camera, gli altri solo se c’è la fidanzata (spoiler: è lei che apre la finestra). Quindi è inutile mangiarsi il fegato, in questi casi ci vuole proprio ‘pazienza e rassegnazione’ oppure mettere in pratica il prossimo consiglio!
5. Usare l’ironia per fargli capire le cose
È inutile negarlo, noi ragazze eccelliamo nella gara a chi è più la permalosa quando riceviamo un’osservazione o una critica anche se in tono scherzoso.
Ecco: bisogna giocare questa carta con il proprio coinqui maschio, coglierlo alla sprovvista in un momento in cui le sue difese da orgoglioso sono abbassate, per sperare che afferri il messaggio. Infatti le reazioni che si possono ottenere usando un tono ironico per dirgli che è una settimana che non riesci a prendere sonno prima dell’1 perché lui gioca alla play come se fosse in camera tua (nonostante tu abbia ribadito più volte il concetto), sono due:
- Il menefreghismo, gli entra da una parte e gli esce dall’altra come tutte le altre cose che provi a dirgli
- Il senso di colpa, benché minimo, ma che forse gli farà ricordare almeno per le successive due settimane che non deve urlare
Quindi tanto vale provare! Risulterete simpatiche e forse riuscirete a portare a casa anche una vittoria.
Alla fine dei conti, meglio un coinquilino maschio o femmina?
La risposta a questa domanda non sarà mai univoca, ci sarà sempre qualcuno che la penserà diversamente da voi, tuttavia proviamo ad analizzare i pro e i contro di avere un coinquilino maschio (nonostante i numerosi aspetti negativi finora elencati) piuttosto che una coinquilina femmina. Infatti la celebre pagina Facebook ‘Il Coinquilino di Merda’ non sembra fare troppe distinzioni di sesso.
Se un coinquilino maschio difficilmente si lamenterà del fatto che non hai ancora passato l’aspirapolvere perché non hai avuto tempo, una femmina ci metterà 0,2 sec a farti notare che è rimasto un capello in bagno dopo che hai usato la piastra. Analogamente per la spazzatura, la lavatrice occupata o la lavastoviglie da svuotare.
Con i ragazzi non corri il rischio di essere messa al patibolo perché non sei ancora riuscita a smarcare tutte le faccende domestiche (in ogni caso loro non lo faranno al tuo posto), mentre la coinqui non perderà occasione per ricordarti che era il tuo turno e non sentirà ragione se eri in sessione, al lavoro o hai avuto altri imprevisti.
Insomma non posso fare a meno di chiedermi – i follower di sapore di male capiranno – troveremo mai una risposta a questo dilemma?
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Quando li hai letti, facci sapere quello che ne pensi, con un commento qui sotto!
Sono Anna, classe 2000, nata a Bergamo, ma milanese di adozione perché, si sa, a Bergamo sono tutti troppo individualisti.
La mia esperienza a Milano inizia nel 2016 quando vinco il concorso per entrare alla Teuliè, la scuola militare dell’esercito, dove trascorro gli ultimi 3 anni di liceo classico. Una scuola di vita che consiglio spassionatamente, con i suoi pro e i suoi contro - come tutto del resto - ma che sicuramente mi ha dato tanto oltre, al fatto di aver capito che tutta la vita con la divisa non faceva al caso mio.
Così dopo aver scartato tutte le facoltà che “belle, ma non mi convincono” ho fatto il test di ammissione in Bicocca per ‘Marketing, comunicazione aziendale e mercati globali’ e here we are come direbbero gli inglesi. Sono al terzo anno, se tutto va come deve andare, a settembre mi laureo.
Dopo due anni tra dad e lockdown posso ufficialmente dichiarare di essere entrata in una fase della mia vita in cui non riesco a stare ferma e con le mani in mano. Ho una voglia di spaccare il mondo (forse un po’ too much) e di sognare in grande, è proprio pazzesco e stimolante.
Cavalli di battaglia: "fidarsi è bene non fidarsi è meglio", "il mondo è bello perchè è vario" "#palesemacosa", hashtag da me inventato ormai anni fa per sottolineare che sembra tutto palese nella vita ma in realtà non c'è proprio niente di scontato - da qui il 'ma cosa'.
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