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Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questa intervista su Repubblica a Maria Claudia Biscione, psicosessuologa presso l’Ospedale Israelitico di Roma, con argomento principale il ritorno alla vita di coppia e l’andare a convivere dopo il divorzio.
“Il periodo post divorzio spesso è caratterizzato da un turbinio di emozioni che variano in base alla causa che ha portato alla rottura e che assorbono quasi completamente l’emotività della persona. […] La separazione necessita di una elaborazione in cui bisognerà pian piano imparare a rimettere in ordine i vari tasselli emotivi e a riorganizzare la propria vita. È quindi evidente che riaffacciarsi a una nuova storia significa farlo con questo bagaglio esperienziale e sentimentale, che va compreso per poterlo contenere senza contaminare o rovinare il rapporto eventuale che si sta iniziando.”
Dopo aver letto le sue parole mi sono chiesta come, nel concreto, si possa andare a convivere dopo un divorzio o una separazione.
Ho avuto quindi l’opportunità di parlare con Stefania, che si è resa disponibile a rispondere a qualche mia domanda sull’argomento.
Stefania è una donna di 50 anni. Si è sposata per la prima volta quando era molto giovane, circa 25 anni fa. Dopo il matrimonio lei e suo – ai tempi- marito sono andati a convivere. Da quella loro relazione sono nate due figlie ma dopo pochi anni, come succede a tante coppie, qualcosa ha smesso di funzionare. È arrivata prima la separazione, poi il divorzio. In quegli anni Stefania ha conosciuto un altro uomo e ha deciso di condividere con lui quel periodo strano e frastornante, proprio perché anche lui si trovava nella sua stessa situazione.
Per diversi motivi i due si sono ritrovati quindi a vivere insieme, a distanza di pochi mesi dalla separazione.
Ecco l’intervista a Stefania su cosa significa andare a convivere dopo un divorzio.
Cambiare le vecchie abitudini per andare a convivere dopo il divorzio
Come è stato affrontare l’idea di andare a convivere con una persona diversa dopo aver condiviso la propria quotidianità con un’altra?
“Mi sembrava troppo presto, almeno per la mia situazione. Stavo affrontando la separazione dal mio primo compagno e il mio secondo partner ha chiesto di poter vivere insieme perché anche lui si trovava nella mia stessa circostanza, quindi ho accettato.
All’inizio l’idea di convivere con lui mi stimolava, non ero quindi spaventata dal dover condividere la mia vita con qualcun altro. Semplicemente non volevo rimanere sola, avevo paura di affrontare l’indipendenza, la solitudine.
Successivamente, dopo qualche anno di convivenza, ho iniziato a sentirne il peso. Penso che questa sensazione fosse incentivata dalla mia giovane età e dalle esperienze pregresse, mi ritrovavo spesso a confrontarmi col passato.”
Affrontare emotivamente una nuova convivenza dopo la separazione
Cosa ti ha spinto ad affrontare una nuova convivenza dopo il divorzio? È stata una scelta “di pancia” o ragionata?
“La mia è stata una scelta istintiva e legata alle emozioni che stavo provando in quel momento: avevo bisogno di condividere la mia vita con qualcuno e di una spalla al mio fianco durante quel periodo impegnativo. Penso che ogni persona sia diversa e abbia bisogni differenti durante i momenti di difficoltà. Nel mio caso ha aiutato molto avere il mio secondo compagno al mio fianco, anche perché legalizzare la fine di un matrimonio ha richiesto diverso tempo.
È importante ricordare che adesso il processo per portare a termine il divorzio è più breve e rapido. Vent’anni fa invece, le tempistiche erano parecchio lunghe: dopo la domanda di separazione vigeva l’obbligo di aspettare tre anni prima che venisse ufficializzato il termine effettivo del matrimonio e di risultare quindi divorziati.”
…e la casa di una nuova coppia dopo il divorzio?
Lasciando da parte l’aspetto emotivo, ciò che spaventa del tornare a condividere la quotidianità con una persona è scegliere il luogo adatto in cui poterlo fare. Immagino non sia stato facile scegliere in quale casa “ripartire”. Quale è stata la tua esperienza?
“Io ho accolto il mio nuovo compagno nella casa che avevo comprato con mio marito e per la mia famiglia, quindi non nascondo che la convivenza all’inizio sia stata difficile.
Era però l’alternativa più semplice e scontata per noi in quel momento: non è facile cambiare casa e lui non ne aveva una sua. È stata una sorta di “prova generale” prima di acquistarne una tutta per noi, in cui io non avessi ricordi del mio precedente matrimonio.”
Andare a convivere dopo il divorzio: il nuovo partner e i figli
Un altro aspetto importante legato a una nuova convivenza sono i figli. Come è stato introdurre il nuovo partner alle tue figlie? E come sono stati i primi mesi di convivenza tutti insieme?
“Le mie figlie al tempo erano piccole. La prima volta ho presentato il mio nuovo compagno come un amico mentre le bambine erano al mare con i nonni. Nelle settimane successive l’ho invitato a casa per poter fare instaurare loro un rapporto più profondo, anche se ancora lo presentavo come mio “amico”.
Una paio di mesi più tardi è iniziata la convivenza vera e propria e non nascondo che da quel momento è iniziato un periodo che si è rivelato di reale difficoltà per me.
I figli cambiano tutto: non ci sei in gioco solo tu e la tua relazione con il partner, ma devono funzionare anche le relazioni tra di loro.
Era complesso gestire gli spazi, soprattutto perché noi avevamo abitudini diverse da lui; abbiamo dovuto trovare il nostro equilibrio ma ci è voluto diverso tempo. Cercavamo spesso di crearci dei momenti per passare del tempo tutti insieme: facendo dei giochi o aiutandole con i compiti per la scuola.
Riuscire a fare accettare alle mie figlie il mio nuovo compagno è stata davvero la cosa più complessa.
Se dovessi fare una valutazione a posteriori di quel periodo della mia vita non posso non dire che sia stato tutto davvero molto faticoso. Non consiglio subito la convivenza dopo una separazione o un divorzio. Penso sia necessario prendersi i propri spazi per capire che direzione dare alla propria vita dedicando del tempo solo a sé stessi.”
Parlare con Stefania mi ha aperto gli occhi su diversi aspetti di questo tema complesso.
Ho capito che affrontare una seconda convivenza non è una scelta da prendere alla leggera e che è necessario fare le giuste valutazioni prima di intraprendere questo tipo di percorso con un nuovo partner.
Ognuno di noi affronta i momenti di difficoltà e di incertezza con un animo e una sensibilità differenti.
Mi sento quindi di consigliare a coloro che si trovano in particolare difficoltà durante un periodo delicato come questo, di chiedere aiuto e di parlarne con esperti nel settore: loro potranno accompagnarvi verso la scelta più adatta a voi.
Spero però che la testimonianza di Stefania, per quanto personale, possa essere stata d’aiuto a chi come lei si trova ad affrontare una seconda convivenza dopo il divorzio, per avvicinarsi all’argomento e sentirsi meno soli.
Andare a convivere dopo il divorzio: consigli per la lettura
Se vuoi approfondire l’argomento ti consiglio la lettura di questi libri:
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Ho 21 anni e studio Scienze Psicosociali della Comunicazione all'Università Bicocca di Milano.
Amo tutto ciò che riguarda la recitazione. Di solito interpreto parole scritte da altri, ma a volte scrivo anche io.
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