Il post finalista di oggi è di una nostra carissima amica, che ridendo e scherzando ci fa pensare ad un elemento fondamentale della coppia e del rapporto tra matrimonio e convivenza: il rispetto dei confini e delle reciproche libertà. A voi il piacere di leggere questo post di Bruskamente Famiglia. E il finale è di quelli da stampare e tenere sempre sott’occhio!
Driiin. Driiin. Driiin. ( Non ridete, la mia sveglia è un po retrò)
Sveglia. Caffè. Doccia. Lavoro. Amici. Uomo/ Donna ( secondo i gusti).
Ore 23:30 spaziosissimo letto a due piazze ma sola/o.
Privilegio o tragedia?
Driiin. Driin Driiin. ( Hey che vi sento. Non deridete la mia sveglia anni ‘80)
Sveglia. Caffè. Doccia. Lavoro… Ore 23:30 Ancora SOLA/o.
Quanto può durare?
All’inizio lo consideravo un lusso, una scelta assolutamente consapevole e ponderata. Si mettono sul vassoio i pro e i contro e inevitabilmente i “contro” battono gli esigui e trascurabili “pro”. Semplice no?
No. Per l’appunto quando credi di aver deciso quale strada percorrere, le carte sul tavolo verde cambiano. I giocatori cambiano, e le tattiche pure.
Ho visto coppie “scoppiare” , convivenze fallimentari e matrimoni disastrosi e per questo motivo ho sempre pensato che non ne valesse mai la pena.
La più fallimentare, quella che ha fatto da spartiacque sulle mie scelte future è stata proprio la mia prima convivenza. Una battaglia sanguinosa e soprattutto con molte vittime. La più grave, proprio la sottoscritta. Delusa, mortificata, ingannata, disillusa e prepotentemente derubata di tutti i miei sogni .
Solo dopo molti anni ho capito il vero motivo del fallimento e sono riuscita a farne tesoro. In un primo momento ho dato tutte le colpe a lui ( ovvio) e il rancore mi stava divorando il cuore. Successivamente ho capito che la colpa è stata SOLO mia, perché avevo deposto in lui tutti i miei sogni e i miei desideri. Con che diritto poi.
Ho capito, con non poco dolore, che dovevo perseguire da sola i miei desideri i miei sogni e le mie aspirazioni. Dovevo riuscire ad essere felice con me stessa. Dovevo amarmi. Dovevo essere io a muovermi e non potevo pretendere che lui lo facesse al posto mio. Se non ero felice, non potevo dare la colpa a lui, ma semplicemente fare qualcosa per esserlo.
( Dargli un calcio nel sedere, ad esempio, 😀 felicissiiima )
E’ stato un percorso irto e tortuoso, ma ad un certo punto ci sono riuscita. Senza neanche accorgermene, bastavo a me stessa. Avevo deciso che quel famoso letto a due piazze lo volevo solo per me. Ognuno a casa sua, ognuno nel suo letto.
All’epoca la sola parola “convivenza” mi faceva venire l’orticaria.
Diciamo che io stavo alla convivenza come un bikini sta a un eschimese.
Oggettivamente , essere single è figo. Anche essere “semplicemente fidanzati” non è male , ma per convivere o addirittura sposarsi, ci vuole impegno, un impegno costante, troppo impegno.
Cos’è allora che primo o poi fa “cascare” chiunque?
Non lo so, a me è bastato incontrare LUI . Dopo pochi mesi tutte le mie convinzioni, le mie certezze e i miei muri indistruttibili, sono crollati miseramente al suolo. Quando mi ha chiesto di andare a convivere ero fiduciosa come un paziente che attende in sala d’aspetto per una rettoscopia. Il mio primo pensiero è stato quello di fuggire lontano. Molto lontano.
Poi però ne abbiamo parlato ( o forse mi ha ipnotizzata ) e abbiamo deciso di provarci, ma questa volta con consapevolezze profonde e patti chiari. Gli ho detto fin da subito che non mi sarei mai voluta sposare, passi la convivenza, ma il matrimonio proprio no. Perchè questa differenza tra matrimonio e convivenza?
Il motivo principale è sempre stato il “poter scegliere” ogni giorno. Avere sempre e comunque quella “via di fuga”, per poter decidere di mollare tutto e andar via. E’ rassicurante, dite la verità!
Non so voi, ma il pensiero che una “firma” potesse suggellare l’addio alla mia “singletudine” mi terrorizzava. E poi , detto tra noi, io sostengo prepotentemente la monogamia, ma che un prete mi dica “to” saluta in maniera irreversibile tutti i “membri” di questa società, un po mi scocciava. 🙂
Perché poi si sa, all’inizio è tutto fantastico, cene a lume di candela, bagni profumati, massaggi e pensieri zen , ma dopo un po in maniera assolutamente fisiologica , la passione e l’innamoramento decelerano e ci vuole ben altro per non mollare.
Secondo me la convivenza è una questione di sinergie e di empatia oltre che di amore e soprattutto affinchè tutto funzioni al meglio bisogna rispettare sempre i propri e gli altrui spazi. Bisogna ricordarsi costantemente di essere DUE persone che sia amano, ma che soprattutto amano se stessi. Non essere mai totalmente dipendenti dal nostro compagno/a secondo me è una formula magica.
Nel nostro soggiorno c’è un quadro con una scritta emblematica, che recita : La tua libertà finisce dove inizia la mia!!!
Questo è il nostro postulato, su cui si basa tutta la nostra convivenza (ed è la chiave del rapporto tra matrimonio e convivenza).
La stessa frase l’ho ricamata sul nostro cuscino porta fedi. Eh si, ci siamo sposati, (quando si dice la coerenza 🙂 ) ma le cose non sono cambiate e soprattutto in questi anni non sono peggiorate.
Ci scegliamo comunque ogni giorno e fortunatamente una firma in comune ( n.b. non un prete 🙂 ) non ha cambiato lo stato delle cose, eravamo marito e moglie già molto tempo prima.
Con questo voglio dirvi che nella mia vita ho cambiato molte volte idea su matrimonio e convivenza, ogni volta ne ero davvero convinta. Forse dipende solo dal “momento storico” di ognuno di noi.
Probabilmente se il nostro matrimonio dovesse fallire, cambierò nuovamente idea, ma per ora consiglierei a tutte le coppie di sposarsi… dopo una lunga convivenza.
Dobbiamo solo imparare a lasciarci andare e avere allo stesso tempo consapevolezza dei passi che facciamo, dobbiamo fare un buon rodaggio per avere ottime prestazioni.
E’ un po come i bottoni della camicia, se sbagli a chiudere il primo, tutti gli altri saranno sbagliati di conseguenza, ma se il primo “passo” viene fatto correttamente sarà più facile andare avanti.
Matrimonio e Convivenza: un pensiero finale.
Non ho quindi né segreti né formule magiche , ma un pensiero un po contorto si.
Secondo me solo due persone che sono capaci di essere felici da soli, potranno essere felici CONVIVENDO.
Sono curiosa di vedere come andrà a finire…vi terrò aggiornati!
Qualcosa sull’Autrice.
Terrona. Ex lavoratrice full-time costretta a scegliere tra amore e lavoro. Indovinate cosa ho scelto? E sul suo Blog BruskaMente abbiamo scovato pure questa descrizione: Una famiglia predisposta, esposta, soggetta, incline, preparata…e chi più ne ha più ne metta… ai cambiamenti! Un ottima premessa, no?
Vi è piaciuto il post di Bruskamente Famiglia? A noi tanto!
Ci permettiamo di segnalarvi qualche libro che siamo sicuri vi darà qualche idea in più sul tema convivenza e matrimonio!
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Nella vita sono imprenditore e libero professionista, con la passione della scrittura.
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