Siamo particolarmente felici di presentarvi il contributo di Daniela che non convive ancora col suo ragazzo Simone, ma che in questi quattro anni (complice la vicinanza delle due città in cui abitano) ha costruito un solido rapporto di coppia.
Il loro blog è semplicemente affascinante. La prima cosa che ci ha colpiti è l’aspetto visivo: splendide foto dalle quali ti sembra sprigionare il profumo dell’erba, o che ti lasciano sentire in lontananza il canto degli uccelli. Provare per credere!!!
Solitamente prima di inserire un blog nella nostra raccolta ci garantiamo che gli autori propongano contenuti interessanti e stimolanti (quindi tutti coloro che compaiono su Convivendo.net sono solo una selezionatissima elite!!!).
A parte le battute (e se volete potete proporre il vostro blog, cliccando qui), il coltello di banjas è davvero un blog che vi consigliamo di visitare! Ne vale la pena!
Il post presentato da Daniela ci presenta un testo particolarmente interessante e ci offre qualche spunto di riflessione sulla comunicazione all’interno della coppia.
I LINGUAGGI DELL’AMORE
Sono Daniela, fidanzata con Simone da quasi quattro anni, siamo coetanei ed abitiamo in due città diverse ma molto vicine, che ci permettono di vederci ogni giorno. A volte però ci capita nella vita di tutti i giorni, di provare a spiegarci, a raccontare quello che viviamo, le nostre emozioni e le nostre paure, ma non ci riusciamo pienamente: i nostri linguaggi paiono incompatibili, situazione che molti avranno provato. Quando questo si ripete, soprattutto in una relazione di coppia, porta a delle incomprensioni difficili da scalfire.
Secondo Gary Chapman, consulente matrimoniale e di vita coniugale, ciascuno di noi comunica in base ad un proprio linguaggio dell’amore, e questo linguaggio cambia da persona a persona. Nel bel libro “I 5 linguaggi dell’amore“, Chapman afferma che le persone esprimono e ricevono amore con modalità diverse, e identifica cinque linguaggi principali utilizzati per dare/ricevere amore in una coppia (che può anche essere una coppia madre/figlio o viceversa):
1. quello delle parole di rassicurazione,
2. quello dei momenti speciali
3. quello dei gesti di servizio
4. quello dei doni
5. quello del contatto fisico.
Non é così facile scoprire qual é il proprio linguaggio, ma possiamo riuscirci ad esempio chiedendoci: quali gesti apprezzo maggiormente da parte del mio compagno/a? Che gesti mi vengono istintivi quando voglio manifestargli il mio amore?
Ad esempio, se devo pensare al compleanno di qualcuno, soprattutto a quello del mio fidanzato, non mi viene in mente un regalo particolare da fargli, ma piuttosto di organizzre una gita in montagna, una serata da qualche parte, una giornata particolare: il mio linguaggio principale é quello dei momenti speciali!
Nel libro Chapman suggerisce anche degli esercizi per arrivare ad una maggiore consapevolezza del proprio stato emozionale: ad esempio portando con sè un taccuino e utilizzandolo ogni giorno per chiedersi “Quali emozioni ho provato nelle ultime tre ore? Che cosa ho provato quando é successo un certo fatto/avvenimento spiacevole?“. Se si fa questo esercizio varie volte al giorno si diventerà più consapevoli delle proprie emozioni e delle loro varie sfumature, imparando ad esempio a distinguere tra essere arrabbiato/frustrato/annoiato/ansioso o altri stati emozionali che spesso tendiamo a semplificare e far risalire tutti alla stessa cosa.
Un’aspetto importante é capire qual é il proprio linguaggio dell’amore, ma ancora più importante, sebbene complicato, é trovare il linguaggio dell’amore con cui esprimerci con chi ci é vicino: dobbiamo in un certo senso esprimerci nella “lingua” dell’altro per poter comunicare bene.
Osservando le altre coppie attorno a noi ci accorgeremo di come i cinque linguaggi siano distribuiti in modo vario: tra i miei genitori vige il linguaggio dei gesti di servizio, il loro modo di esprimere amore é di occuparsi vicendevolmente della casa o del giardino. Tra i genitori di Simone, sicuramente sono importanti i doni: il loro linguaggio emozionale risiede nel ricevere e regalare doni particolari, anche preziosi, l’uno all’altro.
Il linguaggio principale di Simone? Rimane più difficile da scoprire, ma ad esempio per lui sono molto importanti le parole di rassicurazione ed incoraggiamento riguardo al lavoro, alla buona riuscita di un esame, a parole di apprezzamento per qualcosa che ha fatto.
Scoprire il linguaggio dell’altro é molto utile per poterlo capire meglio, anche se non dobbiamo sottovalutarne la fatica: in sostanza si tratta sempre di imparare una lingua straniera e di imparare ad usarla bene, ci vuole tempo e tanto esercizio, spesso non ci riusciamo ancora e da lì sgorgano i malintesi nella vita quotidiana.
Il merito della teoria di Chapman é di aiutarci a capire da dove si originano questi malintesi, e soprattutto a cercare di aumentare il livello della nostra comunicazione: é inutile e dannoso affannarsi per trasmettere il nostro amore all’altro se usiamo una lingua che può capire, perchè non fa parte né del suo carattere né della sua “educazione emozionale”!
Una volta capito il linguaggio dell’altro bisogna ovviamente metterlo in pratica: il mio é quello dei momenti speciali, come dicevo, allora cerchiamo di dedicarci ogni settimana il tempo per una passeggiata insieme, per guardare un film o semplicemente per parlare insieme con calma, durante l’anno cerchiamo di fare almeno un viaggio all’estero e di organizzare qualche gita nei dintorni.
Se il linguaggio di Simone é quello delle parole di rassicurazione, allora per me é necessario usare bene e di più le espressioni di ringraziamento nei suoi confronti (ad esempio quando cucina qualcosa per me), o rassicurarlo sulle sue possibilità in vista di una giornata pesante al lavoro.
E voi che ne pensate? Quale potrebbe essere il vostro linguaggio d’amore principale? Questo dipende anche dalla nostra esperienza da bambini: se siamo stati abituati ad essere abbracciati e coccolati molto, ad avere uno stretto contatto fisico con i nostri genitori, molto probabilmente da grandi saremo persone che apprezzano maggiormente il contatto fisico anche nella coppia.
Gli estremi del libro sono “I cinque linguaggi dell’amore” di Gary Chapman, edizioni Elledici, potete leggere alcuni commenti a questo argomento sul mio post https://ilcoltellodibanjas.blogspot.com/2010/05/il-linguaggio-dei-momenti-speciali.html.
Il linguaggio dell’amore di Daniela – I LINGUAGGI DELL’AMORE, autrice del blog: https://www.ilcoltellodibanjas.blogspot.com
Innanzitutto un enorme grazie a Daniela che ci ha fatto scoprire questo interessantissimo testo (è già partito l’ordine online!!!).
Devo dire che l’idea di diversi linguaggi che devono integrarsi e interagire da un lato mi affascina e, dall’altro, mi spaventa, anche se in ordine inverso! La paura può essere associata al timore di non riuscire a cogliere la corretta sfumatura utilizzata dall’altro e passare gran parte del tempo a comunicare in modo sbagliato. D’altra parte, e qui nasce l’aspetto positivo della questione, l’idea di poter sfruttare un modello tutto sommato semplice per provare ad ungere, a lubrificare e far meglio scorrere gli ingranaggi della comunicazione a due, soprattutto quando emergono delle comprensioni mi rasserena e mi rende ottimista.
Una terza riflessione riguarda la possibilità di non concentrarsi solo su uno di questi linguaggi (nella fattispecie quello del nostro partner), ma di esplorare insieme più possibilità e una gamma più ampia di linguaggi. In questo modo nella coppia si potrebbero esplorare più sfumature e utilizzare tanti linguaggi quante sono le possibilità quotidiane.
Cosa ne pensate? Vi rilancio la domanda di Daniela.
Quale potrebbe essere il vostro linguaggio d’amore principale? Come applichereste questa proposta alla vostra coppia?
Ho aperto Convivendo.net nel 2008, per raccontare il mondo della convivenza, delle sfide quotidiane e della vita di coppia.
Nella vita sono imprenditore e libero professionista, con la passione della scrittura.
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