Convivenza o matrimonio. Te lo stai chiedendo anche tu?
Convivenza o matrimonio? Come decidere?
È di ieri questo curioso articolo apparso su Repubblica.it, in cui la domanda è semplice: convivenza o matrimonio?
Il tema poi si concentra su una risposta: la convivenza vince e diventa la scelta sempre più frequente.
La spiegazione è fin troppo semplice: la crisi economica crea problemi per quanto tutto ciò che riguarda le spese da sostenere.
“Le giovani coppie preferiscono un legame leggero, a tempo, da confermare in seguito, senza i vecchi mobili della nonna, il mutuo da pagare, la festa inutilmente costosa.”
Come capita, e Darwin lo sapeva bene, gli esseri umani adattano i propri costumi, le abitudini, le proprie percezioni del mondo all’ambiente che li circonda e, in un ambiente piuttosto ostile come quello configurato fino alla fine del 2009 – pessimismo e allarmismi esclusi – difficile prendere scelte definitive (sarà poi vero?).
“Gli esperti spiegano che si tratta di una “strategia adattativa” in un mondo che non ama più i legami “eterni” – che richiedono lacrime e denaro per essere cancellati – e convive con precarietà, mobilità, incertezza sempre crescenti. “Le diciottenni di oggi non si sposeranno senza prima aver provato a convivere, in media per due anni – conferma Alessandro Rosina, demografo, docente alla Cattolica di Milano – Ciò non significa che il matrimonio non abbia più valore, al contrario, per molti resta un traguardo. Ma non al primo colpo”.
E ancora:
“Il matrimonio si è trasformato da rito di passaggio all’età adulta a rito di conferma – dice Chiara Saraceno, sociologa della famiglia – Perfino la chiesa cattolica si è adattata: nei corsi prematrimoniali si parla ormai pochissimo di sesso, e l’abito bianco viene considerato come il simbolo di un ‘nuovo iniziò anziché della verginità della sposa”.
Il resto dell’articolo va nella stessa direzione (Leggi l’articolo intero)
In estrema sintesi, la convivenza viene dettata dal bisogno di andare a vivere insieme (ed è tautologico) ma con un importante peso degli aspetti pratici ed economici.
A pensarci bene, anche per noi è stato così: prima di tutto, avevamo voglia di andare a vivere insieme. In secondo luogo, avevamo bisogno di andare a vivere insieme . Paradossalmente, dal punto di vista economico, per alcuni versi conviene, soprattutto se si vive in due città diverse, ancora di più se lontane. La convivenza, se da un lato aumenta i costi di gestione della quotidianità (le spese, la casa, ecc.) dall’altra dimezza i costi del potersi vedere: non diventa più indispensabile uscire a cena per stare insieme, non diventano più indispensabili i weekend da qualche parte per passare del tempo insieme, ecc. Chiaramente, se uno dei due già vive da solo, il discorso si ridimensiona.
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Ho aperto Convivendo.net nel 2008, per raccontare il mondo della convivenza, delle sfide quotidiane e della vita di coppia.
Nella vita sono imprenditore e libero professionista, con la passione della scrittura.
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